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Data di pubblicazione: 05 novembre 2013

Nuovi gradi in Lombardia: problemi e possibili soluzioni

Uff. Stampa
Lombardia
NUOVI GRADI IN REGIONE LOMBARDIA: PROBLEMATICHE E POSSIBILI SOLUZIONI

Con regolamento n. 4 della Regione Lombardia datato 29.10.2013 vengono introdotti nuovi simboli distintivi di grado "agganciati" all'anzianità di servizio degli operatori dei Corpi e dei Servizi di polizia locale. Pur precisando all'art. 2 comma 1, in modo evanescente e la cui logica resta oscura, che il riconoscimento dei gradi "non costituisce una posizione di sovra ordinazione gerarchica" ma solo "rappresentazione del percorso professionale maturato" è da evidenziare che l'impostazione seguita crea non pochi problemi a livello organizzativo e mal si coordina con le normative sulle progressioni economiche all'interno delle categorie C e D. Vediamo nel dettaglio la questione. Il nuovo regolamento della Regione Lombardia stabilisce, per gli agenti che contrattualmente sono inquadrati in categoria C, la seguente classificazione: agente (personale con anzianità di servizio inferiore a 5 anni), agente scelto (personale con anzianità di almeno 5 anni), assistente (personale con anzianità di almeno 10 anni) assistente scelto (personale con anzianità di almeno 15 anni ) sovraintendente (personale con anzianità di almeno 20 anni).
Orbene, la prima lacuna nella "novità normativa" si ha laddove il riconoscimento del grado non viene collegato al livello economico conseguito dal singolo operatore, creando così una illogica stortura qualora si creino situazioni nelle quali un agente di grado superiore si trovi a dare direttive ad un agente di grado inferire, ma di livello economico superiore. Quanto sopra porta alla irrazionale conseguenza che chi ha uno stipendio inferiore può trovarsi nella situazione di assumere decisioni e responsabilità maggiori di chi ha uno stipendio superiore. Un esempio può essere quello di un assistente scelto di categoria C2 che si trovi a dare direttive a un agente scelto di profilo economico C5. In pratica chi si assume maggiori responsabilità viene ricompensato di meno.
Non solo: agganciare il riconoscimento dei gradi al criterio dell'anzianità, oltre a ostacolare il ricambio generazionale all'interno dell'ente e "remare" in direzione diametralmente opposta al principio della meritocrazia, sbarra la strada a coloro che, avendo una professionalità maggiore ma una anzianità di servizio minore (circostanza non di rado riscontrabile nel caso di personale di categoria C laureato), non vengono messi in grado di mettere in gioco la propria competenza e voglia di fare. Si pensi al caso del giovane agente di polizia locale di cinque anni di servizio, magari laureato, che frequenta corsi su corsi per mantenersi aggiornato e che, non solo nella teoria ma anche "sul campo", dimostra professionalità e competenza il quale, in ragione dell'anzianità di servizio, si trovi a dover sottostare alle direttive di un assistente scelto di 15 anni di servizio che non necessariamente è in possesso dello stesso interesse, attitudine e talento il quale, solo per una questione di "anagrafe di servzio", può vantare un grado superiore. Infatti, diversamente da quanto indicato in modo aprioristico nell'art. 2 del regolamento regionale l'anzianità di servizio, nella vita pratica, non sempre costituisce "rappresentazione del percorso professionale maturato" (e in taluni casi, purtroppo, neppure prova che tale percorso vi sia stato).
Occorre infine evidenziare che la "moltiplicazione" dei gradi introdotta dalla nuova normativa porterà solo confusione nel cittadino il quale, secondo giusta e condivisibile logica razionale, da un lato riterrà che maggiore è il grado maggiore è il potere gerarchico esercitato ma in pratica gli dovrà essere spiegato che l'art. 2 del Regolamento stabilisce che "L'agente scelto, l'assistente, l'assistente scelto il sovrintendente non rivestono posizione di sovra ordinazione gerarchica rispetto agli altri agenti", affermazione astratta che gli agenti di polizia locale capaci e meritevoli, di anzianità di servizio inferiore ai 5 anni, subiranno in concreto, nella vita lavorativa di tutti i giorni.
In conclusione il "nuovo regolamento", a parere di chi scrive, apre la strada per un graduale ritorno al "vecchio sistema" della progressione di carriera per anzianità: la vera innovazione sarebbe stata quella di agganciare il riconoscimento dei gradi a una valutazione effettiva del percorso di studi, della professionalità e competenza dell'operatore di polizia locale piuttosto che al mero "criterio anagrafico" che, come già evidenziato, ostacola il ricambio generazionale e sovente non premia né merito né talento dei giovani.


Davide Barbieri


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Egregio Sig. Barbieri,
premesso che i segni distintivi sono qualcosa di diverso dai gradi, cosa che lei sembra confondere, mi sento di dissentire con la sua analisi, che a mio avviso vede la situazione da una sola angolazione.
Come ci sono dei giovani laureati brillanti e sempre aggiornati e vogliosi di fare (per mille e trecento euro al mese una sorta di missionari del terzo millennio) ed anziani interessati solo al tirare sera, così è vero anche il contrario, però dobbiamo ricordarci che il nostro è un lavoro dove l'esperienza ha un ruolo rilevante ed è un qualcosa che nessuno regala.
Ho avuto più insegnamenti dai colleghi che non dal Capo di turno nella mia carriera.
Se per avere dei SEGNI DISTINTIVI, e non dei gradi, devo fare delle prove attitudinali e magari saltare nel cerchio di fuoco credo che lo stesso debba valere, a maggior ragione, per gli Ufficiali o i Comandanti (parola grossa in P.L.) che per la mia esperienza (che è piuttosto vasta ormai) sono il principale problema della categoria.
Fino ad oggi eravamo TUTTI UGUALI, dal primo giorno al giorno prima della pensione, oggi c' è un piccolo distinguo, anche in Regione Lombardia.
Poco, ma almeno mio figlio quando mi vede in divisa non pensa che sono proprio l'ultimo della classe.
Ossequi.
Sergio Bazzea
Agente di Polizia Locale a Milano da 21 anni
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